Salve a tutti, dopo un paio di settimane di silenzio ci
risentiamo.
Vi comunico che domani Antonio e Roberto Pazzaglia subiranno
un intervento chirurgico - come da previsioni - per
rimuovere parte delle appendici di mani (Antonio) e piedi
(Roberto) danneggiate irreparabilmente dai congelamenti.
Dico finalmente, come mi ha detto Antonio, perchè le punte
congelate delle tre dita della mano sinistra gli hanno
provocato un grande dolore in questi giorni, ma bisognava
finire la cura in camera iperbarica per effettuare
l'intervento presso l'ospedale di San Marino.
Come vi dicevo ad Antonio verrà rimossa parte della
falange di mignolo, anulare e medio della mano sinistra,
mentre al fratello Roberto verranno spuntate alcune dita dei
piedi. Anche questo contribuisce a far parte del prezzo
pagato per un impresa come quella dei fratelli Pazzaglia.
In bocca al lupo!
martedì 16 giugno 2009
giovedì 4 giugno 2009
Comunicato del Segretario di Stato per lo Sport
Riporto di seguito il comunicato del Segretario di Stato per lo Sport Fabio Berardi.
Grazie all’impresa dei fratelli Pazzaglia, la bandiera del Paese più piccolo del mondo ha sventolato sulla vetta più alta. Berardi: “Sono molto provati, ma hanno compiuto un’impresa eccezionale”
A 56 anni dalla conquista dell’Everest, ad opera di Sir Edmund Hillary e dello sherpa Tenzing Norgay, anche due sammarinesi, i fratelli Antonio e Roberto Pazzaglia sono riusciti nell’impresa portando la bandiera del più piccolo Stato del mondo in cima alla vetta più alta. “Sono molto compiaciuto di questo risultato”, ha detto il Segretario di Stato per lo Sport, Fabio Berardi. “Ho avuto il piacere di patrocinare l’impresa che oggi penso riempia di orgoglio tutti gli sportivi e tutti i sammarinesi”.
Al rientro degli scalatori, ancora sotto cure mediche, Berardi si è subito messo in contato con Antonio Pazzaglia. “Sono molto provati per il congelamento e il calo di peso – ha riferito -. Ma appena si riprenderanno entrambi, saranno ricevuti in udienza dalla Reggenza per la consegna simbolica della bandiera bianco-azzurra che ha sventolato in cima al mondo”.
“Il fascino dell’impresa – ha commentato il Segretario di Stato Fabio Berardi – credo risieda nella sfida coi propri limiti fisici e mentali da superare. Immagino le condizioni morfologiche impossibili che i due alpinisti hanno dovuto fronteggiare: altitudine, rarefazione dell’aria, freddo, fatica. Ci vuole una preparazione ottima per farlo, un equipaggiamento adeguato, e bisogna essere pronti ad affrontare qualsiasi imprevisto”.
I fratelli Pazzaglia si sono allenati per 18 mesi.
Secondo l’ultima misurazione fatta nel 2005 dalla Cina, la quota effettiva dell’Everest è di 8.844,43 m., escluso lo strato di ghiaccio. Scalare una cima di tale altitudine, comporta affrontare notevoli difficoltà: oltre a blocchi di ghiaccio mobili, crepacci, salti di roccia, e possibili valanghe, dopo i 7.000 metri si entra nella cosiddetta death zone (zona della morte), dove la rarefazione dell'ossigeno provoca ipossia. Da li in poi si hanno al massimo due/tre giorni per raggiungere la cima. Se non si riesce, per imprevisti vari, come condizioni meteorologiche avverse, bisogna comunque tornare al campo base.
I fratelli Pazzaglia ce l’hanno fatta.
Grazie all’impresa dei fratelli Pazzaglia, la bandiera del Paese più piccolo del mondo ha sventolato sulla vetta più alta. Berardi: “Sono molto provati, ma hanno compiuto un’impresa eccezionale”
A 56 anni dalla conquista dell’Everest, ad opera di Sir Edmund Hillary e dello sherpa Tenzing Norgay, anche due sammarinesi, i fratelli Antonio e Roberto Pazzaglia sono riusciti nell’impresa portando la bandiera del più piccolo Stato del mondo in cima alla vetta più alta. “Sono molto compiaciuto di questo risultato”, ha detto il Segretario di Stato per lo Sport, Fabio Berardi. “Ho avuto il piacere di patrocinare l’impresa che oggi penso riempia di orgoglio tutti gli sportivi e tutti i sammarinesi”.
Al rientro degli scalatori, ancora sotto cure mediche, Berardi si è subito messo in contato con Antonio Pazzaglia. “Sono molto provati per il congelamento e il calo di peso – ha riferito -. Ma appena si riprenderanno entrambi, saranno ricevuti in udienza dalla Reggenza per la consegna simbolica della bandiera bianco-azzurra che ha sventolato in cima al mondo”.
“Il fascino dell’impresa – ha commentato il Segretario di Stato Fabio Berardi – credo risieda nella sfida coi propri limiti fisici e mentali da superare. Immagino le condizioni morfologiche impossibili che i due alpinisti hanno dovuto fronteggiare: altitudine, rarefazione dell’aria, freddo, fatica. Ci vuole una preparazione ottima per farlo, un equipaggiamento adeguato, e bisogna essere pronti ad affrontare qualsiasi imprevisto”.
I fratelli Pazzaglia si sono allenati per 18 mesi.
Secondo l’ultima misurazione fatta nel 2005 dalla Cina, la quota effettiva dell’Everest è di 8.844,43 m., escluso lo strato di ghiaccio. Scalare una cima di tale altitudine, comporta affrontare notevoli difficoltà: oltre a blocchi di ghiaccio mobili, crepacci, salti di roccia, e possibili valanghe, dopo i 7.000 metri si entra nella cosiddetta death zone (zona della morte), dove la rarefazione dell'ossigeno provoca ipossia. Da li in poi si hanno al massimo due/tre giorni per raggiungere la cima. Se non si riesce, per imprevisti vari, come condizioni meteorologiche avverse, bisogna comunque tornare al campo base.
I fratelli Pazzaglia ce l’hanno fatta.
giovedì 28 maggio 2009
28 Maggio 2009. Antonio e Roberto sono tornati a casa.
Ciao a tutti,
vi comunico che Antonio e Roberto sono rientrati a San Marino un paio di giorni fa.
Un ritorno a casa avvenuto un po' in silenzio, proprio perchè gli alpinisti hanno bisogno di riprendersi un pochino e soprattutto di effettuare ulteriori controlli a mani e piedi con la dovuta calma; a questo proposito pare debba essere necessario anche un piccolo ricovero ospedaliero.
I fratelli Pazzaglia ringraziano tutti coloro che li hanno seguiti in questo mese e mezzo e vi chiedono solo di aspettare ancora qualche giorno e poi saranno tutti vostri.
Un saluto a tutti.
vi comunico che Antonio e Roberto sono rientrati a San Marino un paio di giorni fa.
Un ritorno a casa avvenuto un po' in silenzio, proprio perchè gli alpinisti hanno bisogno di riprendersi un pochino e soprattutto di effettuare ulteriori controlli a mani e piedi con la dovuta calma; a questo proposito pare debba essere necessario anche un piccolo ricovero ospedaliero.
I fratelli Pazzaglia ringraziano tutti coloro che li hanno seguiti in questo mese e mezzo e vi chiedono solo di aspettare ancora qualche giorno e poi saranno tutti vostri.
Un saluto a tutti.
sabato 23 maggio 2009
24 Maggio 2009. Sulla via del ritorno.
Ieri sera Roberto mi ha informato che oggi (24-5-2009) sarebbero arrivati a Zagmhu, sul confine fra Cina e Nepal che avrebbero superato in giornata. Tra l'altro oggi è pure il compleanno di Roberto. Auguri!!
L'intenzione è quella di raggiungere Kathmandu verso sera per un ulteriore controllo medico sulle condizioni dei principi di congelamento.
L'intenzione è quella di raggiungere Kathmandu verso sera per un ulteriore controllo medico sulle condizioni dei principi di congelamento.
venerdì 22 maggio 2009
22 Maggio 2009. Domani partiamo dall'ABC.
Riporto la mail ricevuta poco fa
Ciao a gianfo, queste le ultime notizie dal Campo Base Avanzato dell'Everest.
Attualmente (oggi è il 22-05-2009) in 4 abbiamo sintomi di congelamento: Cristina,Tonino e Joseph alle mani ed io ai piedi.
Ci sta seguendo un medico colombiano che ci ha assicurato che non ci sono amputazioni da fare; ma dobbiamo tenere comunque al caldo le parti congelate e curarci con un antitrombotico Fragmin (il medico ci fa le punture tutte le mattine).
Altre notizie purtoppo brutte sono che dal giorno in cui siamo andati in vetta (dal 18 maggio) sono morti 6 alpinisti, mentre altri 5 dell'agenzia monterosa trekking risultano dispersi (veramente stavolta).
Quest'anno il versante dell'Everest è risultato forse un pò troppo pericoloso, non ti racconto poi delle persone che, come Tonino e Cristina, sono tornate indietro per cecità dovute al freddo, una vera ecatombe.
La particolarità di questo versante è che parti con condizioni meteo buone, almeno secondo previsioni; poi il giorno dell'attacco alla vetta ti ritrovi che vedi le stelle in cielo ma nel frattempo nevica e tira un vento bestiale.
Domani partiamo con gli yak, io e mio fratello li useremo come mezzo di trasporto perchè facciamo fatica a camminare: io in particolar modo.
Prenderemo anche questa patente !!!!
Domani verso sera, se tutto va bene saremo a Zagmhu, sul confine fra Cina e Nepal che passeremo il giorno 24-05-2009, giorno del mio compleanno.
Probabilmente appena arriveremo a Katmandu' andremo subito in ospedale a farci visitare i congelamenti e speriamo bene.
Non vediamo l'ora di arrivare a Katmandu' , sono ormai 40 giorni che non ci facciamo una doccia o dormiamo in un letto e - scusami - usiamo un cesso come si deve, sono tutte cose che ci mancano un sacco.
Se tutto va bene il 27 prendiamo l'aereo per tornare a casa,non vediamo l'ora.
A casa ci occorrerà qualche mese per recuperare nel fisico, probabilmente siamo calati in media 10 kg di peso e abbiamo da ripristinare la pelle completamente bruciata dal sole e dal gelo.
Penso che con questo chiudiamo, speriamo di non avere altre sfighe come villaggi impazziti che bloccano le stradde (le uniche) o permessi mancanti, comunque ci riteniamo piu' che soddisfatti di quanto fatto, obbiettivo raggiunto e una esperienza di vita, nel bene o nel male, che ci rimarrà per sempre.
Roberto e Antonio
Ciao a gianfo, queste le ultime notizie dal Campo Base Avanzato dell'Everest.
Attualmente (oggi è il 22-05-2009) in 4 abbiamo sintomi di congelamento: Cristina,Tonino e Joseph alle mani ed io ai piedi.
Ci sta seguendo un medico colombiano che ci ha assicurato che non ci sono amputazioni da fare; ma dobbiamo tenere comunque al caldo le parti congelate e curarci con un antitrombotico Fragmin (il medico ci fa le punture tutte le mattine).
Altre notizie purtoppo brutte sono che dal giorno in cui siamo andati in vetta (dal 18 maggio) sono morti 6 alpinisti, mentre altri 5 dell'agenzia monterosa trekking risultano dispersi (veramente stavolta).
Quest'anno il versante dell'Everest è risultato forse un pò troppo pericoloso, non ti racconto poi delle persone che, come Tonino e Cristina, sono tornate indietro per cecità dovute al freddo, una vera ecatombe.
La particolarità di questo versante è che parti con condizioni meteo buone, almeno secondo previsioni; poi il giorno dell'attacco alla vetta ti ritrovi che vedi le stelle in cielo ma nel frattempo nevica e tira un vento bestiale.
Domani partiamo con gli yak, io e mio fratello li useremo come mezzo di trasporto perchè facciamo fatica a camminare: io in particolar modo.
Prenderemo anche questa patente !!!!
Domani verso sera, se tutto va bene saremo a Zagmhu, sul confine fra Cina e Nepal che passeremo il giorno 24-05-2009, giorno del mio compleanno.
Probabilmente appena arriveremo a Katmandu' andremo subito in ospedale a farci visitare i congelamenti e speriamo bene.
Non vediamo l'ora di arrivare a Katmandu' , sono ormai 40 giorni che non ci facciamo una doccia o dormiamo in un letto e - scusami - usiamo un cesso come si deve, sono tutte cose che ci mancano un sacco.
Se tutto va bene il 27 prendiamo l'aereo per tornare a casa,non vediamo l'ora.
A casa ci occorrerà qualche mese per recuperare nel fisico, probabilmente siamo calati in media 10 kg di peso e abbiamo da ripristinare la pelle completamente bruciata dal sole e dal gelo.
Penso che con questo chiudiamo, speriamo di non avere altre sfighe come villaggi impazziti che bloccano le stradde (le uniche) o permessi mancanti, comunque ci riteniamo piu' che soddisfatti di quanto fatto, obbiettivo raggiunto e una esperienza di vita, nel bene o nel male, che ci rimarrà per sempre.
Roberto e Antonio
mercoledì 20 maggio 2009
20 Maggio 2009. Anche Josef rientra all'ABC: Sta meglio. Venerdì prossimo la discesa al Campo Base Cinese
Nuovo aggiornamento dal Campo Base.
Fortunatamente anche lo spagnolo Josef Puiante è riuscita a scendere dal C2 "trainato" dallo sherpa che era salito in aiuto. Le sue condizioni avevano preoccupato non poco, ma sono sensibilmente migliorate col calo di quota.
Quindi ora sono rientrati tutti... un bel sollievo!
Roberto mi ha anticipato che domani prepareranno i bagagli e venerdì partiranno per il campo base cinese: "Mi tocca prendere la patente per lo Yak!". Sono le parole di Roberto che mi ha detto di avere ricevuto dal medico il divieto di camminare, per favorire il recupero delle dita del piede, così scenderà dall'ABC a cavallo di uno Yak, direi che se lo merita!
A presto per nuovi aggiornamenti.
Saluti
Fortunatamente anche lo spagnolo Josef Puiante è riuscita a scendere dal C2 "trainato" dallo sherpa che era salito in aiuto. Le sue condizioni avevano preoccupato non poco, ma sono sensibilmente migliorate col calo di quota.
Quindi ora sono rientrati tutti... un bel sollievo!
Roberto mi ha anticipato che domani prepareranno i bagagli e venerdì partiranno per il campo base cinese: "Mi tocca prendere la patente per lo Yak!". Sono le parole di Roberto che mi ha detto di avere ricevuto dal medico il divieto di camminare, per favorire il recupero delle dita del piede, così scenderà dall'ABC a cavallo di uno Yak, direi che se lo merita!
A presto per nuovi aggiornamenti.
Saluti
20 Maggio 2009. Cristina Piolini rientrata all'ABC
Roberto mi ha telefonato alle 13.50 (ora di san marino) comunicandomi che anche Viktor e Cristina Piolini sono scesi dal C2 e rientrati al campo base avanzato.
Viktor sta bene mentre Cristina ha ancora seri problemi di congelamento alle mani e agli occhi, fortunatamente un medico colombiano si sta prendendo cura di lei.
Purtroppo non è ancora rientrato lo spagnolo Joseph Puiante (spero di scrivere bene questi nomi) e il timore è che sia "andato via di testa" a causa dell'ipossia (la mancanza di ossigeno). Le ultime notizie arrivate al Campo Base Avanzato erano che uno sherpa salito a supporto lo aveva legato e lo stava letteralmente tirando giù verso l'ABC. Speriamo bene
Viktor sta bene mentre Cristina ha ancora seri problemi di congelamento alle mani e agli occhi, fortunatamente un medico colombiano si sta prendendo cura di lei.
Purtroppo non è ancora rientrato lo spagnolo Joseph Puiante (spero di scrivere bene questi nomi) e il timore è che sia "andato via di testa" a causa dell'ipossia (la mancanza di ossigeno). Le ultime notizie arrivate al Campo Base Avanzato erano che uno sherpa salito a supporto lo aveva legato e lo stava letteralmente tirando giù verso l'ABC. Speriamo bene
20 Maggio 2009. La Salita del Monte Everest nei racconti di Antonio e Roberto. Ricevo e Pubblico
eccole qua gianfo le foto della vetta,sono venute un po mosse, ma comprenderai che le condizioni non erano ottimali, ti metto anche una cronistoria, per quanto parziale, ma di quello che abbiamo vissuto sia io che mio fratello.
15/05/2009
Attorno alle 12:00 partiamo tutti insieme per il campo 1 (q 7000 m), siamo per l'esattezza:Cristina Piolini, Perissinotti Corrado,Pazzaglia Antonio e Roberto, Joseph e Viktor (spagnoli), partiamo con calma e verso le 17:00 siamo al campo 1. Io e mio fratello speravamo di dormire nella tenda recuperata giorni fa, ma ha una bacchetta rotta, quindi verso sera cerchiamo di infilarci dentro una tenda vuota. Ne troviamo una e ci infiliamo, meglio dormire in 2 tende che in 4 in una tenda sola (non dormi cosi').
Purtroppo verso le 22:30, sentiamo un po di casino: è arrivato il proprietario della tenda, ci inventiamo mille scuse e alla fine dormiamo in 3. Purtroppo a me (Roberto) è capitato il lato sinistro, pieno di bombole di ossigeno: va benissimo per respirare ma non per dormirci sopra.
16/05/2009
Facciamo alla buona una specie di colazione e partiamo per il campo 2, il percorso è veramente lungo (oltre 900 m di dislivello, che a queste quote sono veramente infinite) ,si sviluppa lungo una cresta nevosa e molto ventosa e non finisce mai e dopo 9 ore di cammino arriviamo alla ns tenda (campo 2 q, 7950 m).
Mangiamo minestrine, una manzottin che abbiamo dovuto scongelare sul fornellino e frutta secca, piu' in alto sali e meno appetito ai, proprio dove hai bisogno di piu' energia !!!
Dormiamo alla peggio: a queste quote il cervello ti va in pappa, ti partono mille pensieri e non sai se questi sono reali o finti, non sai se dormi o ti stai girando nel sacco a pelo, sono senzazioni difficili da spiegare.
17/05/2009
Classica sveglia, durante la mattina tira un vento fortissimo che fa ballare la ns tenda (siamo in 4 dentro) e nessuno ha intensione di uscire.
Verso le 12:00 finalmente si calma (solo un po) il vento, prendiamo le bombole di ossigeno (1 a testa) e partiamo. Escono prima Corrado e Cristina, Corrado dopo un po rientra, è veramente freddo e decide di non partire e scendere.
Io e mio fratello partiamo subito dopo, e dopo circa 45 mn decidiamo di usare l'ossigeno altrimenti ci vuole molto tempo.Joseph, nvece fa senza ossigeno, mentre Cristina poco dopo la metà del percorso decide di usarlo, sopratutto per salvaguardarsi dai congelamenti.
Arriviamo verso le 20:00- 20:30 al campo 3 (q 8300 m) stiamo bene ma la ns tenda, montata male fa fatica a contenerci in 3 seduti. facciamo acqua per i thermos, mangiucchiamo qualcosa (ti devi obbligare a mangiare) e verso le 23:00 partiamo per la vetta.
18_05_2009
Il percorso è sempre attaccato alle corde e in arrampicata su roccia da fare con i ramponi ai piedi il che è tutto un dire.
Per 8 ore fino a che è buio ci arrampichiamo e stiamo in cresta, le condizioni meteo sono a ns avviso veramente dure, vento fortissimo e nevischio che ti ariva in faccia e sugli occhi, scopriremo poi le conseguenze.
Verso le 7:00 del mattino, finalmente luce, e siamo in prossimita' della vetta, forse siamo a quota 8700 m.
Mio Fratello e Cristina hanno problemi di vista, il freddo con il vento e la neve gli ha congelato l'occhio e non vedono o meglio vedono tutto appannato, anche io da un occhio (destro) vedo tutto appannato mentre dal sinistro che avevo protetto vedo bene.
A questo punto le ns storie si separano, mio fratello (Antonio) e Cristina decidono di tornare indietro mentre io decido di proseguire da solo.
Roberto Pazzaglia:
Seguo la via tracciata da altri, ci sono almeno altre 8 persone fra sherpa e loro clienti che stanno facendo l'ultimo tratto che ci separa dalla vetta, sono solo 200 mt ma ci vorranno altre 4-5 ore per farle, anche perchè avendo una sola bombola di ossigeno sia per la salita che per la discesa la devo tenere a livello 1 invece che a livello 1,5/2 come standard .
Il percorso è sempre in arrampicata o su pendi nevosi o di traverso su pendi strapiombanti, e non finisce mai ma finalmente verso le 13:00 si intravvede la vetta, piena di bandierine.Fortunatamente altre 3 persone sono in cima con me quindi riesco a farmi fare delle foto. Purtoppo non riesco neanche a realizzare di essere in cima al mondo, ho poco tempo e devo rientrare assolutamente, ho poco ossigeno e devo scendere il prima possibile, mi tengo il tempo per raccogliere la mia classica pietra della cima e incomincio a scendere. Sono ormai 14 ore che cammino a queste quote e me ne aspettano quasi altrettanto per scendere.
Incomincio la discesa, veramente estenuante, incontro anche uno sherpa con il suo cliente che non si muove piu', speriamo bene io non posso farci niente.
Verso le 20:00 sono al campo 3 (q 8300 m), ci impiego veramente tanto, anche perchè vedo solo da un occhio (l'altro mi si è congelato e vedo solo una luce diffusa). e devo continuamente cavarmi le moffole per scendere lungo le corde e fare il passaggio dei moschettoni e avendo perso i sottoguanti ci impiego sempre 2 mn per riscaldarmi le mani.
Quando arrivo al campo 3 provo a chiamare mio fratello e non sento risposte, scoprirò successivamente che in realtà era in tenda con i 2 spagnoli e Cristina e che avrebbero passato la notte li.Decido che è meglio scendere, dormire a quota 8300 mt non è salutare e in ogni caso nella tendina che avevamo mi sarei solo congelato, non avevamo ne sacco a pelo ne altro e sentivo molto freddo ai piedi.
Dal campo 3 al campo 1 ci impiego altre 3 ore e non finiscono mai, adesso è buio ed è veramente dura e ormai sono quasi 24 ore che cammino di fila.
Arrivo al campo 2 ma non intravvedo la ns tenda, forse sono sceso troppo, provo a cercare da bere, sono 10 ore che non bevo, e urlo verso le tende per chiedere da bere e fortunatamente mi danno una tazza di neve sciolta. Riprovo a chiamaremio fratello, magari è al campo 2, ma nessuna risposta allora decido di elemosinare da dormire in una tenda e fortunatamente 2 francesi ( uno di Nizza e l'altro di Chamonix) mi danno ospitalità e da bere nella loro tenda.
Mi cavo gli scarponi e come temevo ho delle dita dei piedi congelate, ma non troppo.
Dormo alla meno peggio, non ho il sacco a pelo ne dormibene e mi separa solo il telo della tenda dalla neve e ogni tanto mi devo svegliare per scaldarmi i piedi.
19/05/2009
Finalmente si svegliano e gli chiedo gentilmente di scaldarmi un po d'acqua, ho pensato che con una bottiglia di plastica quota di farmi una specie di borsa dell'acqua calda: i piedi erano sempre freddi e non riuscivo in nessun modo di scaldarli.
Alla meno peggio riesco a scaldarmi i piedi e mettendo le calze dentro il tutone riesco ad asciugarle.
Finalmente alle 9:30 riesco a vestirmi e a mettermi i ramponi, riprovo a chiamare mio fratello, magari è al campo 2, nessuna risposta e quindi decido di scendere, mi mancano ancora 1400 m di dislivello per raggiungere il campo base.
Mi attacco alle corde con il disensore ad 8 e mi lascio calare di peso, sono veramente stanco.
Arrivo al campo 1 verso le 12:00 e fortunatamente ti incontro Corrado, gli bevo tutta l'acqua e mi rimetto in forze.
Scendo velocemente al campo base che raggiungo poco prima delle 14:00, finalmente !!!!!
Lo sherpa Mhutu mi aiuta a togliermi gli scarponi e appena vede i miei congelamenti dice di non preoccuparmi acqua calda e sale e passerà tutto, il rimedio della nonna funziona anche qua.Chiedo subito un telefono per avvisare mia moglie Federica, penserà che sono morto: infatti le notizie che cirolavano in Italia non erano delle migliori, mi avevano dato per disperso sopra gli
Pazzaglia Antonio.
Arriato quasi in vetta (q 8700 m) non riuscivo a vedere piu' niente, mi si sono congelati gli occhi e quindi ho deciso di scendere, l'eroe lo facciamo un'altra volta.
Addirittura al secondo step, quello della scala ho aspettato piu' di mezzora che qualcuno mi desse una mano perchè non vedevo dove attaccarmi.
Dopo 1,5 ore ho scoperto che Viktor, il ns compagno spagnolo mi stava aiutando, mi affidavo all'ombra dei suoi scarponi e nonostante il suo aiuto sono scivolato piu' volte
Verso le 18:00 arrivo al campo 3 ove passo la notte con Cristina, Joseph e Viktor, non potevamo scendere ancora, non vedevo niente e fortunatamente Joseph ci ha messo un collirio che ci ha permesso di vedere il giorno dopo.
19/05/2009
Ho dormito, nonostante la quota, e dopo aver scongelato un po d'acqua sono partito per scendere verso le 13:00. Intanto gli altri (2 spagnoli e Cristina) erano andati avanti, li ho raggiunti e invece di fermarmi al campo 2 come gli altri decido di scendere ulteriormente e verso le 20 arrivo esausto al campo base.
Al contrario di mio fratello Roberto ho dei congelamenti alle dita delle mani e anche qui fortunatamente non c'è da tagliare.
Cristina, Joseph Viktor.
Le notizie che abbiamo oggi il 20/05/2009 alle 12:49 è che Cristina ha dei congelamenti alle mani, Joseph è molto stanco, Viktor sta bene.
Nella notte abbiamo mandato su 2 sherpa con ossigeno, sali e desametazone per aiutarli, e speriamo oggi di rivederli al campo base.
Questa è la storia da noi vissuta, speriamo di vedere in giornata gli altri 3 compagni di avventura. Ti allego le foto della cima, può sembrare anche patetico vivere tutto questo per una misera foto ma a ns avviso l'uomo non sarebbe quello che è se non avesse sempre tentato di superare i propri limiti e tentato di realizzare i propri sogni di bambino.
Roberto e Antonio
martedì 19 maggio 2009
19 Maggio 209. Dal sito www.montagne.tv - Everest: Piolini a c2, Pazzaglia in cima
LHASA, Tibet -- "Sono a campo 2, ho le mani viola ma sto recuperando piano piano la vista". Sembra in via di miglioramento la situazione di Cristina Piolini, incorsa ieri in una violenta bufera durante il tentativo di cima sulla parete nord dell'Everest. Sulla vetta è arrivato soltanto un membro della sua spedizione, il sanmarinese Roberto Pazzaglia.
La Piolini ha effettuato una breve telefonata di aggiornamento un'ora fa, intorno alle 15 ora tibetana. Si trova a campo 2, sotto ossigeno, e passerà lì la notte perchè la lunga discesa verso il base sarebbe troppo dura per le sue condizioni. L'alpinista, infatti, ieri durante il tentativo di cima ha riportato dei seri congelamenti alle mani e una grave oftalmia che le aveva fatto perdere completamente la vista.
Con lei ci sono gli alpinisti spagnoli. Antonio Pazzaglia, il fratello del sanmarinese che ieri è riuscito a salire in cima, ha invece proseguito verso campo 1. Anche lui, secondo quanto riferito dalla tv di San Marino, avrebbe un principio di congelamento alle mani.
Roberto Pazzaglia, invece, si era staccato dal gruppo ieri durante la salita verso la vetta. Nessuno dei suoi compagni, ieri, l'aveva poi più visto e la sua assenza da campo 3, dove in serata si era riunita tutta la spedizione, aveva destato qualche preoccupazione.
In realtà, l'alpinista era riuscito ad arrivare sulla cima prima dei compagni e poi aveva imboccato la discesa intenzionato a raggiungere il campo base il prima possibile. Proprio dal base, stamattina ha chiamato la madre comunicandole la notizia della cima, raggiunta con l'ausilio dell'ossigeno.
Secondo quanto riferito da Explorersweb, ieri hanno raggiunto la cima anche due alpinisti giapponesi del Kanagawa University Team: Yasunori Tanaka (57 anni) e Kenta Miyamori (28 anni).
Tratto dal sito www.montagne.tv
La Piolini ha effettuato una breve telefonata di aggiornamento un'ora fa, intorno alle 15 ora tibetana. Si trova a campo 2, sotto ossigeno, e passerà lì la notte perchè la lunga discesa verso il base sarebbe troppo dura per le sue condizioni. L'alpinista, infatti, ieri durante il tentativo di cima ha riportato dei seri congelamenti alle mani e una grave oftalmia che le aveva fatto perdere completamente la vista.
Con lei ci sono gli alpinisti spagnoli. Antonio Pazzaglia, il fratello del sanmarinese che ieri è riuscito a salire in cima, ha invece proseguito verso campo 1. Anche lui, secondo quanto riferito dalla tv di San Marino, avrebbe un principio di congelamento alle mani.
Roberto Pazzaglia, invece, si era staccato dal gruppo ieri durante la salita verso la vetta. Nessuno dei suoi compagni, ieri, l'aveva poi più visto e la sua assenza da campo 3, dove in serata si era riunita tutta la spedizione, aveva destato qualche preoccupazione.
In realtà, l'alpinista era riuscito ad arrivare sulla cima prima dei compagni e poi aveva imboccato la discesa intenzionato a raggiungere il campo base il prima possibile. Proprio dal base, stamattina ha chiamato la madre comunicandole la notizia della cima, raggiunta con l'ausilio dell'ossigeno.
Secondo quanto riferito da Explorersweb, ieri hanno raggiunto la cima anche due alpinisti giapponesi del Kanagawa University Team: Yasunori Tanaka (57 anni) e Kenta Miyamori (28 anni).
Tratto dal sito www.montagne.tv
19 Maggio 2009. Altre notizie sulla scalata.
Oggi vi avevo detto che solo Roberto e lo spagnolo Victor erano riusciti araggiungere la vetta dell'Everest, ma qualcosa non mi tornava... Quando ci siamo sentiti nel pomeriggio, Roberto tra le tante cose che mi raccontava in que due minuti, mi ha accennato che si era fatto fotografare in vetta da un cinese....
Poi ho scoperto che dal versante sud, nella giornata di ieri sono riusciti a salira alcni alpinisti giapponesi.
Anche la via Sud ieri è stata battuta da un vento forte ed esageratamente freddo, tanto che anche gli alpinisti che avevano programmato una salita senza l'ausilio dell'ossigeno, sono stati costretti ad usarlo.
Articolo su montagne.tv
Poi ho scoperto che dal versante sud, nella giornata di ieri sono riusciti a salira alcni alpinisti giapponesi.
Anche la via Sud ieri è stata battuta da un vento forte ed esageratamente freddo, tanto che anche gli alpinisti che avevano programmato una salita senza l'ausilio dell'ossigeno, sono stati costretti ad usarlo.
Articolo su montagne.tv
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